Travel Never Ends
Simona Barisani consulente della relazione felina, racconta la sua storia speciale con Gigi e suo "fratello"Joy
Dicono che il gatto sia meno impegnativo di un cane, ma per me, che con i cani ci vivo e ci lavoro, è vero il contrario.
Gigi, un gattino di quasi due mesi, è stato lasciato nel cortile della nostra casa di montagna, da due signori che lo avevano trovato per strada, in un periodo in cui ospitavamo quattro cani.
È accaduto la mattina del 9 agosto 2022 alle ore 7.00.

Da ragazza, avevo avuto tre gatti di cui pero’ si occupava prevalentemente mia mamma essendo io molto impegnata a fare l’adolescente. Dunque, non avevo una grande esperienza . Dopo averlo sfamato e spulciato, ho compiuto un azzardo presentandolo subito al resto della tribù, senza considerare tutte quelle accortezze previste dagli inserimenti fatti con i sacri crismi.

La mia incoscienza è stata fortunatamente compensata dalla natura spavalda di Gigi che di fronte ai cani non ha fatto un plisset, anzi, sembrava proprio che gli piacessero. I cani, incuriositi da questa nuova presenza, sono stati di un’indulgenza mai vista. Fu così che uscimmo tutti in passeggiata nel bosco, portandolo con noi per non lasciarlo solo, dopo aver improvvisato un collarino e un guinzaglio. Proprio in questa occasione Gigi sperimentò la sua prima uscita in compagnia.

Successivamente, ci attrezzammo con una pettorina, una longhina e uno zainetto tipo trasportino, per dargli rifugio in caso si stancasse e per tenerlo al sicuro da situazioni stressanti. Con tutte queste accortezze, iniziammo a portarlo con noi anche in trekking più lunghi.
Da quel momento, è diventato a tutti gli effetti un gattino viaggiatore e sono iniziate le sue e le nostre avventure.

Abituarlo al guinzaglio non è stato difficile:
la sua tenera età gli ha permesso di vivere le esperienze con poco timore e tanta curiosità, la compagnia di cani conosciuti gli ha dato sicurezza, i posti prescelti erano tranquilli e poco frequentati, la sua voglia di esplorare e la sua natura “selvatica”, hanno fatto il resto!!

Abbiamo iniziato con giretti brevi, a volte seduti in un prato a guardare i cani giocare, a volte facendo qualche corsa o arrampicata su un albero, io con il guinzaglio ben stretto per paura che scappasse!!
E poi, pian piano, longhina a terra, affascinati dal vedere questo gattino che camminava o correva tranquillamente insieme ai suoi amici cani.
Ovviamente la passeggiata con Gigi è diversa rispetto a quelle a cui eravamo abituati.

Il più delle volte io e il mio compagno ci dividiamo: lui avanti con i cani che hanno fretta di correre e perlustrare i boschi, io indietro con Gigi ad annusare ogni minima traccia, a studiare come scalare un albero o cacciare un grillo.

Ma poi Joy, suo “fratello” jack russell, torna sempre a prenderci se siamo troppo lenti, abbaiandoci e chiamandoci a rapporto. Gigi risponde, interrompendo quello che sta facendo e correndo da lui per raggiungerlo.

Tutte queste esperienze, gli hanno offerto anche altri importanti vantaggi: amare la macchina, il trasportino e la pettorina. Tutto questi oggetti hanno assunto un significato per lui positivo, associato alla possibilità di esplorare, perlustrare e cacciare, motivazioni innate nei felini ed in lui estremamente sviluppate. Poterlo fare insieme a noi e a Joy, per Gigi il gatto è ancora meglio!
All’inizio, l’uscita al guinzaglio era l’unica possibilità di libertà “controllata” per Gigi. Avevo troppa paura che lasciandolo andare, scappasse..
Ora, che ho imparato a fidarmi di lui e che lui mi ha educato alla felinità, esce libero ogni giorno. Ma quando sente il tintinnio di un guinzaglio, è il primo che si presenta alla porta, ben felice di seguirci e consapevole che un’altra avventura sta per iniziare

La mia scelta di uscire con Gigi al guinzaglio, è stata dettata dalla necessità di abituarlo a seguirci nei trekking con i cani, per evitare di lasciarlo solo troppo tempo. Si è rivelata utile anche quando ancora non usciva in autonomia, in questo modo ha potuto esprimere la sua natura e il suo bisogno di libertà connaturato.

L’uso di un guinzaglietto può essere un buon compromesso per quei gatti che fanno solo vita indoor e che non possono, per motivi vari, uscire autonomamente.
In questi casi, può rappresentare un punto di forza per poter far vivere e sperimentare al gatto l’ambiente naturale. E’ però molto importante valutare la personalità specifica di ciascun soggetto, perché ogni gatto è a se e per alcuni, questo tipo di esperienza potrebbe essere troppo stressante. E’ fondamentale analizzare bene i pro e i contro, scegliere momenti e situazioni tranquille ed eventualmente farsi affiancare da un professionista, per non rischiare che una possibilità preziosa, si trasformi in un’esperienza traumatica.

Le passeggiate con Gigi non sono sempre facili e rilassanti e richiedono parecchio impegno da parte mia, per fargli vivere al meglio queste esperienze: scatti improvvisi per stare al suo passo quando vede una lucertola, gestione del guinzaglio per evitare che si impigli quando si arrampica su un albero, attenzione che non si infili in ogni buco da cui sarebbe difficile uscire e pazienza infinita nel restare fermi ad osservare cose infinitesimali che a noi umani non è dato di vedere. Tutto questo è uscire con lui.

Ma è molto altro ancora.
È condivisione, convivialità .
È vedere la felicità nei suoi occhi.
È ammirare la sua fisicità e atleticità nello spiccare un salto.
È amare la sua felinità e riconoscermi un po’ in lui, guardando il mondo da un punto di vista diverso.
Con Gigi ogni passeggiata è un’avventura …e il viaggio non finisce mai!!
Simona Barisani – Cremona
Cell. 338 5378829
Consulente Della Relazione Felina
Cat Sitter – Dog Sitter
Trekking e vacanze per cani
Bellissimo articolo, complimenti