Kedi, la città dei gatti
Come spiegare ad un extraterrestre che cosa sono i gatti
Se un extraterrestre mi chiedesse “cosa sono i gatti?” non avrei alcun dubbio, gli consiglierei di guardare Kedi la città dei gatti un film documentario del 2018 della regista turca Ceyda Torun ambientato a Istanbul.
È la storia di sette gatti che vivono sette vite diverse, con sette personalità ben definite e il cui territorio si snoda tra i vicoli e i mercati di questa meravigliosa e caotica città.
I gatti sono i protagonisti del film.

Le persone che se ne occupano, sono dei comprimari che attraverso i loro racconti e confessioni a cuore aperto, offrono un tributo umano alla felinità.
A Istanbul i gatti sono molto amati e rappresentano l’anima della città. Vivono liberi, secondo la loro natura, in armonia con i suoi abitanti umani che l’hanno saputa cogliere. La gente considera il rapporto con i gatti un privilegio, privo di qualunque pretesa di possesso.
Tra gli umani e felini regna un legame di mutuo soccorso e di gioiosa convivialità: gli uni appartengono agli altri nel senso che le vite di ciascuno non sarebbero le stesse senza questo sodalizio.
Sari non potrebbe sfamare così facilmente i suoi cuccioli se non ci fosse una comunità pronta ad elargirle bocconi prelibati.
La vita della ragazza del negozio di vestiti, dove la gatta va a riposarsi, non sarebbe la stessa senza le sue fusa quotidiane.
La signora non potrebbe curare i suoi traumi, le sue ferite profonde se non avesse come auto cura una banda di gatti da sfamare quotidianamente.
La vita solitaria del pescatore sarebbe meno felice, senza una cucciolata di gattini abbandonati da sfamare.

Il gatto Bombis, fedele marinaio della sua barca, li ha adottati tutti, facendo da padre e
da madre e rompendo così tutti gli schemi culturali del suo umano.
Gamsiz sarebbe meno soddisfatto senza un ristorante a disposizione che attrae le sue prede predilette, i topi. I proprietari del ristorante avrebbero dei grossi problemi se non ci fosse proprio lui “il leone” a fare il lavoro sporco, tutte le sante notti.
Le persone camminano nella caotica Istanbul e si concedono, di tanto in tanto una pausa, fermandosi, accarezzando un gatto: uno scambio di emozioni, una sorta di rifornimento d’amore e poi via, ciascuno per la sua strada, fino alla prossima occasione.
Gatti e umani vanno e vengono, hanno i loro problemi, la loro socialità, hanno da difendere il loro territorio, lavorano tutti per procurarsi di che vivere. Si osservano reciprocamente “come in uno specchio” e si sostengono.
La gente sa bene che i gatti se la sanno cavare benissimo da soli, che hanno intelligenza, intuito e capacità di risolvere i problemi. I gatti lo dimostrano loro ogni giorno ma nonostante questo animo intraprendente e autonomo, eleggono di volta in volta qualcuno con cui stringere un patto di alleanza, qualcuno che rappresenti una base sicura. Di contro uomini e donne, sono irresistibilmente attratti da questi esseri speciali, considerati da alcuni “intermediari tra l’uomo e Dio”.
Saper vivere rapporti disinteressati, basati su una reciprocità che non chiede il conto, basati sulla profondità del rispetto e sulla leggerezza della convivialità: questo è il legame tra le persone e i gatti a Istanbul.

Ho letto molte recensioni su questo film speciale e la maggior parte puntualizzano l’elemento nostalgico che sta’ nelle retrovie di quest’opera: la regista ha lasciato Istambul quando aveva 11 anni e ha voluto dare un tributo alla sua città attraverso un suo elemento importante, i gatti. Lo trovo riduttivo. La regista, a mio parere, ha voluto offrire un tributo al ricordo più bello della sua infanzia a Istanbul, rappresentato proprio dai gatti. Per questo sceglie di raccontare la sua città e i suoi abitanti attraverso i loro occhi.
Istanbul, attraverso le sue riprese, diventa una sorta di “felinosfera” che pervade tutto e in cui gli umani vengono inglobati.
La prova è data dalla regia magistrale che assume, con chissà quali mirabolanti artifici, il punto di vista dei gatti, posizionando la telecamera alla loro altezza e mostrandoci una città vista dalla loro prospettiva.
Kedi la città dei gatti, è stato per me una poesia commuovente che restituisce dignità a questi animali speciali, regali e intelligenti ormai sempre più declassati nella categoria dei “pet”.

Ancora più commuovente vedere un’umanità capace di cogliere istintivamente l’essenza della felinità, capace di rispettare e assecondare la natura delle cose, traendo insegnamenti e spunti di senso. “I gatti sono contenti della loro esistenza e non vogliono altro se non vivere”. Cosa vale per noi umani? “Se puoi godere della presenza di un gatto, di un fiore di un uccello, il mondo sarà tuo”.
Credo che l’extraterrestre, dopo questa visione, capirà bene di cosa stiamo parlando, che cosa siano i gatti e di quale magia possa crearsi tra gli umani e i felini. A questo punto credo che possa anche balenargli in testa l’idea di prendersene uno per portarselo sul suo pianeta, ma non credo che lo farà, se avrà capito il senso profondo di tutto il discorso.
Kedi_ La città’ dei gatti visibile su Dailymotion.com
Condivido appieno la splendida e appassionata recensione. Per me cani e gatti non sono solo nostri compagni di vita, ma lati specchio della nostra personalità. Il cane rappresenta meglio la nostra parte maschile, il gatto quella femminile. Proprio ieri parlavo della capacità dei gatti di risolvere i nostri problemi invitandoci telepaticamente la soluzione. Forse sono essi stessi degli extraterrestri! Una città si riconosce anche dagli animali che la popolano e i gatti contribuiscono alla grande a rendere magica l’atmosfera di Istanbul 🐈🐈🐈🇹🇷🇹🇷🇹🇷
Grazie Luca ! Tu uIstambul la conosci bene .. Nei vicoli di questa magica città vaga la tua Sirena e il pescatore che ne è perdutamente innamorato.. chissà se grazie a un gatto riusciranno a incontrarsi …!
Una splendida recensione per uno splendido film, assolutamente da non perdere. Sono rimasta incantata nel vedere come gatti e umani possano convivere in modo così sereno, arricchendosi l’un l’altro, con dedizione e rispetto. Non siamo più abituati a vedere il mondo da un punto di vista che non sia il nostro, tutto ruota intorno all’uomo e in funzione di esso. Questo film è un bellissimo esempio di come due specie così diverse hanno così tanto da dirsi e da scambiarsi e questa contaminazione reciproca è veramente commovente.
Infatti hai colto proprio nel segno… e mi sono sinceramente commossa .. anch’io..