Chi la fa l’aspetti! Gatto Pallino e i graffi promemoria..

Ho parlato spesso dei quattordici anni della mia giovinezza vissuti in compagnia del mio cane Teodoro, a cui ho dedicato il mio primo romanzo “Itaca”. Teodoro è stato con noi dal 1974 al 1988. Pochi sanno però che fino a un anno prima la nostra casa era allietata dalla presenza di un gattino nero, Pallino. Il nome derivava da un piccolo campanello rotondo che Pallino teneva al collo, legato a un nastrino rosso.

Pallino era un gatto timido e casalingo. Raramente si avventurava sulla tettoia della Stazione ferroviaria, che era posizionata proprio sotto le nostre finestre. Io lo trattavo bene come ho sempre fatto anche con i cristiani, la mia sorellina invece ci giocava in maniera un po’ più rude, terrorizzandolo con esperimenti che avrebbero destato l’interesse del buon Edgar Allan Poe, tipo chiuderlo in un cassetto per testare la sua capacità di resistenza alla mancanza di ossigeno. 

Ecco, Pallino somigliava a questo gattino che proprio oggi, 24 maggio 2024, è stato trovato in strada a Poggio Mirteto Scalo in Sabina, nei giardini delle scuole. La foto e la notizia sono state pubblicate dal sito www.tesoriaquattrozampe.it. Sarà mica una reincarnazione del nostro primigenio, come il Gatto Nero con la chiazza bianca del buon Edgar?

Un fine settimana d’estate del 1973 decidemmo di portare con noi Pallino in visita allo stabilimento balneare gestito da mio nonno a Marina di Pisa.

Pallino non era mai stato fuori di casa prima di allora. Lo portammo con noi per non lasciarlo in casa da solo, facendogli così sperimentare il suo primo viaggio in automobile. Non ricordo bene se mio babbo allora guidasse la Ford Escort oppure la Opel Kadett.

Pallino arrivò a destinazione sano e salvo. Gli stabilimenti balneari a Marina di Pisa attraversano parte della pineta prima di arrivare al mare. Lasciammo la macchina nel parcheggio e ci avviammo tutti e cinque a piedi sul viottolo che porta al ristorante, gestito dai miei zii. I parenti ci aspettavano all’ingresso. Ci fu un caloroso scambio di saluti, dopodiché entrammo nella sala del ristorante e appoggiammo Pallino sul pavimento. Lui, terrorizzato da tutte queste novità, andò subito a nascondersi sotto una dispensa che si trovava a fianco della porta della cucina.

Ci chinammo per riprenderlo, ma Pallino stava schiacciato contro il muro e con le braccia non si riusciva a raggiungerlo. I nostri richiami rassicuranti non servirono a nulla. Nel buio di quella tana improvvisata potevamo vedere solo i suoi occhi di gatto. Dopo vari tentativi, si decise di lasciarlo lì, per non traumatizzarlo ulteriormente. Tanto dove poteva andare? Lo avremmo ripreso più tardi, quando si fosse stufato di stare là sotto.

Andammo così a pranzo e poi in spiaggia. Pallino rimase tutto il tempo nel suo rifugio. Nel tardo pomeriggio, al momento di ripartire verso casa, andammo a riprenderlo, ma sotto il mobile non c’era più. Cominciò una ricerca ad ampio raggio fra le casine dei bagnanti, il bar, il parcheggio. Niente da fare, Pallino si era volatilizzato. 

Io a quel tempo avevo nove anni. Non ricordo di aver provato un particolare dolore in quei momenti, ho solo un’immagine flash che non mi ha più abbandonato: io sull’uscio del ristorante che osservo i miei genitori e i miei zii che vanno avanti e indietro nel vano tentativo di ritrovare Pallino. 

Facciamo un bel balzo in avanti nella nostra storia e andiamo all’anno 2008. Sono passati 35 anni da quell’infausta domenica. Io sono diventato un uomo, mi sono laureato in Economia e Commercio nel 1992 e ho preso il diploma di Naturopata nel 2006.

Nei due anni successivi ho seguito diversi master, fra cui quello di Riflessologia plantare. La pianta del piede è uno dei punti del corpo dove si può trovare riflesso tutto il corpo e per questo è diventato un bersaglio di cura assai diffuso.

Siamo in estate e nei momenti di relax mi piace farmi l’automassaggio ai piedi, come era solito fare Benvenuto Cellini, il grande scultore, orafo e scrittore del ‘500, che è stato anche il primo riflessologo plantare italiano. Mi metto in riva al mare, prendo in mano il mio piede destro e noto una cosa molto strana: sul punto riflesso del fegato ci sono quattro taglietti paralleli, sembrano i graffi provocati da una zampata di gatto.

Poche settimane dopo mi ritrovo a Cecima, in provincia di Pavia, in un bellissimo podere ayurvedico per una maratona tra operatori di massaggio Cranio Sacrale, un’altra delle mie specializzazioni. È il 27 settembre 2008. In un momento di pausa, racconto alla mia amica e collega Giovanna, una operatrice olistica professionista, l’episodio del piede graffiato. Lei mi sottopone a una tecnica di kinesiologia applicata. Con le mani mima davanti al mio viso il movimento delle lancette di un orologio, che percorrono a ritroso tutta la mia vita arrestandosi all’età di nove anni.

Ecco il motivo dei quattro graffi sul piede. Ed ecco perché non ricordavo di aver provato dolore al momento dell’addio di Pallino: sarebbe stato troppo grande per poterlo sopportare e l’avevo rimosso. Adesso Giovanna mi ha ripulito da quella ferita e mi invita a “lasciar andare”. La vita è anche questo. Ciao Pallino, gattino del mio cuore!

Un commento

  1. Un ringraziamento speciale a Luca Paolicchi, scrittore affermato, amante della natura e originale pensatore!
    Grazie per aver regalato a Gattologicamente un pò della sua arte!

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