Gli interessi del gatto
Quali sono gli interessi del gatto? Scopriamoli insieme per diventare dei compagni di vita alla loro altezza.
Entriamo nel vivo del mondo felino analizzando un primo aspetto della loro natura complessa: le motivazioni o interessi di specie.
Proviamo ad adottare uno sguardo felino sospendendo, per un attimo, la nostra soggettività umana, per comprendere quella del nostro amico gatto. Il nostro amore nei suoi confronti si manifesterà in questo modo, non solo con l’accudimento ma anche con il desiderio di conoscerlo profondamente.
Se convivi con gatti o stai pensando di farlo, è importante sapere quali siano le loro tensioni di specie, i loro comportamenti, i loro interessi . Tutto quello che diremo dovrà poi essere declinato su ciascun gatto e quindi anche sul tuo. Si, perché se c’è al mondo un essere vivente con una spiccata personalità, è proprio il micio. Le espressioni comportamentali di ciascun gatto possono essere molto differenti in base a fattori genetici, esperienziali ed ambientali.

I gatti sono mammiferi proprio come noi umani e hanno la loro soggettività. Essere soggetti significa avere degli interessi specifici a differenza degli oggetti che sono solo strumenti. Avere degli interessi significa avere tensioni interne che indirizzano i comportamenti definendo l’identità della specie di appartenenza.
Che cosa vuole dire dunque essere un gatto? Quali sono gli ingredienti della felinità? Quali gli interessi che motivano i rispettivi comportamenti?
Vediamoli insieme provando a pensare al proprio gatto e alle sue azioni quotidiane:
Interesse predatorio: il comportamento è rappresentato dalla caccia, l’interesse più forte perché alla base della sopravvivenza. Questa tendenza innata e ineliminabile, è sollecitata dal movimento. E’ presente in tutti i gatti del mondo e pure nel nostro, sebbene abbia a disposizione sempre crocchette di ogni sorta. Ricorda che il gatto non caccia per mangiare ma caccia per cacciare. E’ più forte di lui.

Interesse esplorativo: il comportamento è rappresentato dall’esplorazione quotidiana, a più riprese, del proprio territorio. E’una motivazione sostenuta dalla curiosità e anche dal bisogno di sicurezza, elementi essenziali del gatto. Questa attività coinvolge tutto il suo corpo: esplora con la vista, l’olfatto, le vibrisse, le orecchie e tutto il suo mantello cosparso di recettori molto sensibili.

Interesse cinestesico: il comportamento è dato dal movimento nello spazio che per il gatto è tridimensionale. Il gatto si muove attraverso attraverso balzi, arrampicate verticali, amando postazioni sopraelevate che gli offrono la possibilità di controllare meglio il territorio e di sentirsi al sicuro. Ha un’intelligenza cinestesica che non ha eguali tra noi umani, per capacità di controllo, di coordinamento ed equilibrio, dimostrando una padronanza mente- corpo di altissimo livello. Forse Nureyev è l’uomo che si è avvicinato di più all’intelligenza cinestesica felina .

Interesse solutivo: il comportamento è rappresentato dalla sua capacità di osservazione meticolosa e paziente per analizzare le situazioni, valutare tutte le possibilità e arrivare alla soluzione di un problema. In questo caso il gatto agisce in perfetta solitudine. Ciò non significa che il gatto sia un solitario ma significa che è un solista. Mentre il cane ama cooperare, il gatto preferisce gestire le eventuali difficoltà quotidiane da solo.

Interesse epimeletico e et- epimeletico (prendersi cura ed essere accudito): il comportamento più rappresentativo è quello della mamma che lecca, sfama e cresce i suoi piccoli ma anche quello del gatto che viene ad acciambellarsi sulle nostre ginocchia, si strofina su di noi facendoci le fusa. E’ questo un atteggiamento di cura nei nostri confronti e contemporaneamente di profondo desiderio di essere accudito.

Interesse criptico: il comportamento è rappresentato dalla tendenza a nascondersi per attendere, in agguato e con infinita pazienza, il momento giusto per sferrare l’attacco alla povera preda oppure semplicemente per riposarsi in santa pace. E’ collegato alla grande ambivalenza che il gatto vive: quella di essere cacciatore ma anche preda. Per questo il gatto è allo stesso tempo molto curioso e molto pauroso.

Interesse territoriale: il comportamento si manifesta attraverso la perlustrazione e esplorazione ripetuta piu’ e piu’ volte al giorno del proprio territorio, “timbrandolo” come proprio, attraverso marcature fatte con tutto il corpo e il rilascio di ferormoni. Queste sostanze chimiche prodotte dal gatto, depositano messaggi ed informazioni molto precise indirizzate agli altri gatti e forse anche a noi umani. Peccato che non siamo attrezzati come loro per poterli percepire. Quando succede di inserire in casa nuovi gatti, i mici residenti hanno la netta percezione di un’invasione e le marcature da parte loro, di solito aumentano notevolmente.

Interesse perlustrativo: è simile all’interesse esplorativo ma riguarda la sua motivazione ad appropriarsi di un territorio più ampio rispetto al suo. In questo caso la perlustrazione può avvenire anche in gruppo. La curiosità e la competizione sono i motori di questo comportamento.
Interesse sociale: si manifesta attraverso vari comportamenti come l’affiliazione o legame famigliare che la gatta manifesta ad esempio con i cuccioli o tra i membri del proprio gruppo di appartenenza, in cui rientriamo anche noi umani; la competizione quando ad esempio entra nel territorio di un altro gatto; la collaborazione, ad esempio tra gatte che hanno partorito e che istituiscono una vera e propria nursery per prendersi cura dei piccoli aiutandosi. Ecco, forse quest’ultimo caso è uno dei rari esempi di collaborazione tra gatti, ma poi ogni micio è a sé. La convivialità è senza dubbio il modo più rappresentativo del gatto di dimostrare la sua socialità. Con essa intendiamo un modo libero di vivere il rapporto, in cui ci si trova e si può stare piacevolmente insieme ma poi ognuno torna a fare le sue cose. E’ come in una festa, in cui gli ospiti si muovono liberamente senza obblighi reciproci, regalandosi momenti di affetto e di piacevolezza e dove ognuno alla fine torna a casa propria.

Interesse somestesico: il comportamento è rappresentato dalla cura nei confronti del proprio corpo (auto grooming) e di quello dei membri del proprio gruppo (allo grooming). Questo comportamento è sostenuto dal bisogno di pulizia e dall’interesse di prendersi cura di se e dei conspecifici che fanno parte del proprio gruppo. Inoltre è un modo di perseguire l’omeostasi: un gesto consolatorio per mantenere l’equilibrio emotivo e somatico.

Tutti questi interessi sono innati, specifici ed ineliminabili.
Sono propri di tutti i gatti, ciascuno con intensità differenti a seconda delle esperienze di vita e delle caratteristiche personali e genetiche del micio.
Inoltre c’è un legame molto stretto, come del resto per noi umani, tra espressione dei comportamenti ed emozioni quotidiane. Le emozioni possono incentivare alcuni comportamenti e tacitarne altri.
Se abbiamo capito tutto questo, la domanda che ci dobbiamo porre è: siamo sicuri che i gatti che vivono con noi, soprattutto quelli che vivono in abitazioni senza possibilità di uscire liberamente, possano esprimere a pieno questi interessi innati? Per dirla più semplicemente siamo sicuri chei nostri gatti possono fare i gatti?

Vi propongo quindi di partire con un esperimento da fare subito con il vostro micio: disegnate un grafico a torta (anche a mano) in cui ogni spicchio, di colore diverso, rappresenterà un interesse e quindi un comportamento. Osservate il vostro gatto per una settimana ed iniziate a colorare ciascun spicchio a seconda dell’intensità con cui esprimerà i comportamenti che abbiamo illustrato e le sue specifiche manifestazioni. Se lo spicchio sarà colorato interamente significa che quel comportamento è pienamente espresso. Avrete così una fotografia dei comportamenti del vostro gatto. E questo è un ottimo punto di partenza per comprendere il suo benessere che è dato dall’equilibrio di tutte le aree, ovvero dalla possibilità di espressione di tutti gli interessi innati. Laddove noterete delle carenze, allora bisognerà attrezzarsi per capire il motivo e agire di conseguenza.

Non tutti possono avere un giardino a disposizione che permetta libertà di uscita e vita in natura, ma attraverso il nostro sguardo felino, sapremo mettere a punto molti accorgimenti per migliorare l’ambiente e soprattutto la relazione con i nostri gatti.
Ricordatevi che se il vostro micio dorme sempre e si attiva poco, non significa che è un gatto buono ma che forse c’è qualcosa che gli impedisce di fare il gatto!
Consigli di lettura: “L’identità del gatto. La forza della convivialità” Roberto Marchesini